Negli ultimi anni un crescente interesse è stato rivolto agli approcci non-farmacologici per il Trattamento della Demenza di Alzheimer. L’interesse di diversi gruppi di ricerca, infatti, è stato rivolto alla ideazione, sperimentazione e validazione di specifiche e dedicate tecniche cognitive per il Trattamento della Demenza di Alzheimer. In Neuropsychological Rehabilitation, Clare & Woods (2001) concludono che una serie di evidenze scientifiche supportano l’utilità e la rilevanza della riabilitazione cognitiva nella gestione del paziente demente.
Attualmente, diversi sono gli interventi neuropsicologici dedicati al Trattamento della Demenza di Alzheimer.
Alcuni sono trattamenti specifici, finalizzati e diretti sia alla stimolazione delle specifiche abilità cognitive compromesse (ad esempio, stimolazione della memoria in caso di disturbo della memoria), che a compensare le specifiche abilità cognitive compromesse (ad esempio, compensare i deficit di memoria mediante l’utilizzo di ausili esterni). Esempi di questi trattamenti sono gli Interventi Cognitvi diretti all’utilizzo delle capacità di Memoria a lungo termine residue.
Altri trattamenti, invece, sono considerati aspecifici, basati sulla stimolazione multisensoriale (ad esempio, verbali, visive) e finalizzati a riorientare il paziente rispetto alla propria vita e l’ambiente circostante, e migliorare il suo livello di autostima e la tendenza all’isolamento. Esempi di questi trattamenti sono la Terapia di Orientamento alla Realtà, Terapia della Reminiscenza e della Motivazione, Terapia occupazionale, e Training Cognitivo.
Tuttavia, l’applicazione delle diverse tecniche di Trattamento della Demenza di Alzheimer varia in relazione al livello di gravità della demenza (lieve, moderata, o grave), al fine di individuale l’intervento più idoneo per lo specifico quadro neuropsicologico cosi da trarre il maggior beneficio possibile.